Milan, Project for the Gardens of Porta Nuova (International Competition)
client/committente: Municipality of Milan/Comune di Milano
period/periodo: 2003
project/progetto: Giancarlo De Carlo e Associati
with/con: Avventura Urbana, Milanoprogetti, ABCittà, Cantieri Isola, IC99, Paolo Pejrone, Mark Owen Francis, Elio Tarulli, MSC Associati, Alterstudio partners, Massimo Majowiecki
For De Carlo it is a question of designing a natural system that becomes
"naturally" urban, reaching out into the fabric of the city. The Municipality of Milan holds an international competition
for a preliminary landscaping plan of the "Porta Nuova Gardens". A strategic area which has
claimed attention since the end of the War, but with alternate, almost
opposing, vicissitudes: from the overall arrangement of the area, to the
detailed plan which, since 1955, destined it to an office district, from the
Variante 80 "Passing Project" to the 1992 international competition
of ideas. The area has seen the partial accomplishment of often contrasting
ideas and the increasing presence of transport infrastructures has not been
combined with an arrangement of the location. Fragments of the city and social
organizations that differ completely from one another face onto this urban
emptiness. De Carlo's studio gets together a heterogeneous and
multidisciplinary group with which to deal with the project, composed of:
professionals in shared town planning - Avventura Urbana and ABCittà -
landscapers who listen to local communities - Mark Francis and Paolo Pejrone -
experts in land and urban transport - Milano Progetti and Elio Tarulli -
cultural associations and local activists - Cantieri Isola - structural
engineers - Massimo Majowiecki - art critics - Hans Ulrich Obrist - and young
architects - 99IC and Alterstudio. The resulting design tries to rediscover and
recover a way of urban development made "for landscapes" and to
attempt new concepts, methods and techniques for emerging from the practice of
arranging and urbanizing the territory into uniform blocks. To this end the
morphology of the land is altered, even as regards its height, to create
strongly diversified places as dissimilar as the areas with which the park
comes into contact. Seasonal woods, lawns, kitchen gardens, glasshouses,
avenues, joined to the design of the paths, of the water courses and of the
multifunctional area, create a complex geography that is studied and
distributed in function also to the use that the population may make of it.
Il Comune di Milano bandisce un concorso internazionale per la progettazione paesaggistica preliminare dei "Giardini di Porta Nuova".
Un'area strategica cui è stata prestata attenzione fin dal dopoguerra, ma con vicende alterne, quasi opposte: dalla sistemazione generica dell'area al Piano Particolareggiato che, dal 1955, la destinava a centro direzionale, dalla Variante 80 "Progetto Passante" al concorso internazionale di idee del 1992. In questa zona si sono stratificate realizzazioni parziali d'idee spesso in contrasto tra loro e al progressivo incremento di infrastrutture per i trasporti non è corrisposta una configurazione dell'area. Intorno a questo vuoto urbano si affacciano brani della città e organizzazioni sociali completamente differenti tra loro.
Per De Carlo si tratta di disegnare un sistema naturale che diventi "naturalmente" urbano, estendendosi nei tessuti della città. Per affrontare il progetto forma un raggruppamento eterogeneo e multidisciplinare composto da professionisti di urbanistica partecipata (Avventura Urbana e ABCittà), paesaggisti attenti alle comunità locali (Mark Francis e Paolo Pejrone), esperti del suolo e della mobilità urbana (Milano Progetti e Elio Tarulli), associazioni culturali e attivisti locali (Cantieri Isola), strutturisti (Massimo Majowiecki), critici d'arte (Hans Ulrich Obrist) e giovani architetti (99IC e Alterstudio).
Il progetto che ne risulta cerca di riscoprire e recuperare un modo di sviluppo urbano fatto "per paesaggi" e tenta nuove concezioni, metodi, tecniche per uscire dalla consueta pratica di organizzare e urbanizzare il territorio per blocchi uniformi. Per questo viene modificata la morfologia del suolo, anche a livello altimetrico, per creare luoghi fortemente diversificati, così come sono dissimili le parti della città con le quali il parco si misura. Boschi stagionali, prati, orti, serre, viali, insieme ai disegni dei percorsi, dei tracciati d'acqua e delle aree multifunzionali, creano una geografia complessa studiata e distribuita anche in funzione dell'uso che la popolazione potrebbe farne (impiegati, residenti, pendolari, sportivi, turisti).